DISTURBI PSICOLOGICI
DISTURBI ANSIOSI
Tutti i problemi raggruppati qui sono caratterizzati da un alto livello di ansia, un infelice sentimento di paura e apprensione. Per un lungo periodo di tempo questi disordini vennero chiamati nevrosi, secondo il concetto di Freud. Per ognuna delle sei categorie non esistono sintomi specifici.
1. FOBIE:
una dirompente paura esagerata verso un oggetto od una
situazione.Implica un enorme sofferenza da parte del soggetto ed
una interruzione del suo funzionamento normale e sereno.
Distinguiamo tra fobie specifiche, suddivise secondo la sorgente
della fobia, che può variare tra individui e culture, e fobia
sociale, una persistente ed irrazionale paura delle persone e
delle occasioni sociali.
Gli psicoanalisti mettono l'accento sul contenuto della fobia,
che rappresenta una difesa prodotta da ansie create dalla
repressione degli impulsi. Sarà allora compito dell'analista,
attraverso le libere associazioni, indagare la storia del
soggetto e scoprire il conflitto sottostante.
I behavioristi spostano il focus sulla funzione della fobia: si
parte dal presupposto che ogni paura sia appresa, o attraverso un
condizionamento o attraverso un apprendimento. Si potrà allora
utilizzare per il trattamento una desensibilizzazione sistematica
o l'apprendimento di nuove competenze e della capacità di
rilassarsi.
I cognitivisti prestano maggior attenzione alla valutazione degli
eventi da parte del soggetto, alle sue risposte. Cercano quindi
di eliminare le convinzioni irrazionali che vi sono alla base,
sebbene questo da solo non sia sufficiente.
Altri modelli, a proposito delle fobie sociali, badano alla
mancanza in questi individui di abilità sociali.
2. DAP (DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO): si presentano improvvisi ed inspiegabili attacchi di estrema paura e disagio, accompagnati da depersonalizzazione (sensazione di uscire dal corpo, dell'irrealtà del mondo) e derealizzazione (paura di perdere il controllo, di uscire di testa); durano solitamente poco tempo, ma possono essere frequenti e collegati a situazioni specifiche. Troviamo DAP con o senza agorafobia, ma spesso sono collegate. Si nota un' iperattività del sistema noradrenergico oltre che iperventilazione e forte tachicardia. Spesso è la paura della paura che genera l'attacco stesso.
3. DAG (DISORDINE DA ANSIA GENERALIZZATO): quest'ansia persistente, anche collegata a piccole cose, è legata ad eventi stressanti e a dolori fisici, nonché alle turbe dell'umore. Se la psicanalisi cerca la soluzione nella repressione degli impulsi , altri mettono il focus sulla percezione degli stimoli, sul controllo che il soggetto sente di avere sugli eventi. Non mancano ricerche sui geni ed interessanti risultati che chiamano in gioco il GABA, un neurotrasmettitore.
4. DOC (DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO): si tratta di un disturbo in cui la mente è intasata da pensieri persistenti ed ingovernabili per controllare i quali (o per controllare ipotetiche irreali conseguenze) il soggetto mette in atto azioni ripetitive che interferiscono con la sua vita. Fra gli uomini, è più comune quello legato al controllo, tra le donne, quello legato alla pulizia. Clinicamente, l'ossessione più diffusa riguarda la paura della contaminazione. La persona si rende conto della stranezza del suo gesto, pur essendo incapace di porvi fine.
5. DISTURBO
DA STRESS POST TRAUMATICO: nella stessa definizione troviamo
un'indicazione sulle cause del disturbo: una risposta estrema a
un duro stress da trauma e paralisi della risposta emozionale.
Dura almeno un mese ed è caratterizzato da:
* Ri-esperienze dell'evento traumatico in incubi, ecc.;
* Amnesia per certi eventi oltre che un' incapacità di pensare
positivamente;
* Difficoltà nello stare sveglio, nel concentrarsi,
ipervigilanza;
* Problemi associati, come problemi in famiglia, sul lavoro,
depressione, abuso di sostanze e suicidio.
6. DISORDINI DA STRESS ACUTI: a differenza del caso precedente, la causa non è l'evento, ma la persona.
DISTURBI SOMATICI
I problemi psicologici assumono una forma fisica non sotto il controllo volontario.
1. DISTURBI DOLOROSI: difficile da diagnosticare, si ha quando si avverte forte dolore che ha causa psicologica, spesso nello stress.
2. DISMORFOFOBIA: la persona è esageratamente preoccupata del suo aspetto fisico e dell'apparenza.
3. IPOCONDRIA: la persona ha paura di avere malattie che non ha.
4. CONVERSION DISORDER: sintomi sensoriali o motori con paralisi, anestesia (perdita dei sensi) e perdita della visione non collegati ad un reale danno fisico. Corrisponde a quella che Freud e Breuer chiamavano isteria.
5. SOMATIZZAZIONI: ricorrenti e multipli dolori somatici.
DISTURBI DISSOCIATIVI
1. AMNESIA DISSOCIATIVA: si diventa incapaci di ricordare importanti informazioni personali, sebbene non siano perse per sempre; solitamente accade dopo eventi stressanti; talvolta l'amnesia è selettiva per taluni eventi; con amnesia totale il soggetto è solo in grado di parlare, leggere,ecc., ma non riconosce nulla.
2. FUGA DISSOCIATIVA: qui la perdita di memoria è più estesa, sicché il soggetto si crea una nuova identità.
3. DEPERSONALIZZAZIONE: la percezione di sè è notevolmente alterata senza includere disturbi nella memoria.
4. DISTURBO
DISSOCIATIVO D'IDENTITA': per la diagnosi, si richiede che una
persona abbia almeno due personalità distinte, due ego separati,
che esistano indipendentemente e siano sotto controllo in diversi
momenti; comune è la mancanza di memoria per l'altra parte, in
modo cronico e con conseguenze negative verso la vita del
soggetto; solitamente le personalità sono opposte. È più
comune tra le donne. In accordo con la teoria psicanalitica, è
il frutto di una dura repressione. Può nascere nell'infanzia,
come differenti ma coesistenti strategie di fronte ad eventi
altamente disturbanti.
Per quanto riguarda la terapia, è proprio il campo della
psicoanalisi, attraverso le sue note tecniche, e dell'ipnosi.
DISTURBI PSICOFISIOLOGICI
Sono
caratterizzati da reali disturbi organici, che possono però
essere peggiorati o indotti da fattori emozionali; includono
sempre un reale danno all'organismo, non sono quindi forme di
malattie mentali. Sono costituiti prevalentemente dai disturbi
organici derivanti dallo stress.
Molte domande rimangono aperte. Forse un alto livello di stress
incrementa l'attenzione verso il proprio corpo e quindi si ha una
tendenza a sovrastimare le sensazioni. Gli individui rispondono
allo stress in modo fisico secondo un loro modo, essenzialmente
dove sono già predisposti, più deboli. Sicuramente, lo stress
agisce sul sistema immunitario, così come nella iperattivazione
del sistema simpatico.
DISORDINI ALIMENTARI
1. ANORESSIA NERVOSA: si riferisce alla perdita di appetito, iniziando spesso come una normale dieta. Si associa ad un'immagine distorta del proprio corpo e ad un deciso rifiuto dello stimolo della fame; la carenza di nutrimento porta gravi complicanze prettamente mediche. Come la bulimia, è tipicamente collegata alla depressione. È 10 volte più frequente nelle donne che negli uomini.
2. BULIMIA NERVOSA: qui assistiamo ad un rapido consumo di cibo in segreto, trasgressione poi rifiutata cercando il vomito, al punto che molti presentano una tipica callosità della mano chiamata "segno di Roy".
3. DISTURBI DA ABBUFFATA: come la bulimia, senza però l'aspetto del vomito o dei lassativi; è associato all'obesità e a fluttuazioni del peso.
Viene suggerita un'influenza genetica ancora non approfondita. Nell'ipotalamo si trovano il centro della fame e della sazietà e quindi è sicuramente coinvolto nel processo. La serotonina è importante negli atti compulsivi dei bulimici. Un ruolo essenziale lo giocano fattori socioambientali: primo tra tutti l'ideale culturalmente relativo della bellezza improntato sulla magrezza; quindi una sovrabbondanza di risorse alimentari e stimolazioni nei paesi industrializzati, uniti ad uno stile di vita sedentario; quindi il ruolo della famiglia. Per gli psicanalisti il cibo rappresenta un equivalente sostitutivo del sesso e della gravidanza. Non mancano le influenze negative dei gruppi dei pari, che testimoniano i pregiudizi verso gli individui obesi. Le ricerche mostrano una personalità timida, perfezionistica, con instabilità affettiva, ansia, bassa autostima. Il paziente spesso nega di avere problemi al riguardo.
DISTURBI DELL'UMORE
DEPRESSIONE:
stato di tristezza assoluta e apprensione, sensi di colpa,
perdita del sonno e dell'appetito, degli interessi e del
desiderio; il depresso parla lento e monotono, spesso è
ipocondriaco; tuttavia i sintomi cambiano da cultura a cultura.
MANIA: stato di intensa euforia, iperattività, volo di idee,
progetti grandiosi e impraticabili, senso di onnipotenza.
1. DEPRESSIONE MAGGIORE (DISTURBO UNIPOLARE): almeno cinque tra i sintomi elencati nel DSM-IV: perdita di interessi, poco appetito, perdita di energia,ecc.
2. BIPOLARE I: tre sintomi addizionali, che si riferiscono alla maniacalità: distraibilità, incremento di attività,ecc.; spesso collegato a personalità creative. Può considerarsi come una variante più grave della semplice depressione.
3. BIPOLARE II: come il precedente, ma con episodi di ipomania, meno estrema della maniacalità.
4. DISTURBO DISTIMICO: la persona è cronicamente depressa (almeno due anni).
5. DISTURBO CICLOTIMICO: disturbo bipolare cronico.
Secondo la
psicanalisi, l'individuo è fermo allo stadio orale; inoltre è
dipendente, spesso, da una persona amata ora assente, ma
introiettata. Beck individua una triade cognitiva formata da
visione negativa del futuro, del mondo e di sé. La depressione
può essere collegata al senso di inadeguatezza ed incapacità
,spesso dopo traumi; cruciale è lo stile di attribuzione del
soggetto.
La maniacalità è vista come una difesa alla propria
inadeguatezza.
SCHIZOFRENIA
Si tratta di un disordine psicotico caratterizzato da grosse alterazioni nelle emozioni, nei pensieri e nel comportamento: la sfera di problemi riscontrati nei pazienti è esteso, caratterizzato da un'alta eterogeneità.
Sintomi
positivi:
* Disorganizzazione del discorso, che riflette una difficoltà
nell'ordinare i pensieri e le idee, con una marcata incoerenza e
deliri.
* Il paziente non si rende conto della propria condizione; crede
inoltre che gli altri stiano complottando contro di lui, oppure
che i suoi pensieri ed azioni siano guidati da forze esterne le
quali sono in grado di rubare gli stessi pensieri, visibili a
tutti.
* Allucinazioni, esperienze sensoriali in assenza di stimolazioni
dall'ambiente, per lo più uditive.
Sintomi
negativi:
*Apatia, perdita di energia, povertà nel parlare e nei suoi
contenuti, incapacità di provare esperienze piacevoli, perdita
di interessi, perdita del desiderio sessuale, asocialità,
carenza di risposte emozionali, anche a livello di mimica
facciale, di fronte agli stimoli, risposte emozionali fuori da
ogni contesto, cambiando da uno stato all'altro senza ragione
apparente.
*Stati catatonici: stati di immobilità in strane posizioni,
anche se messi da altri, per lungo tempo.
Una certa
predisposizione per il disturbo è sicuramente dovuta ai geni,
soprattutto per quanto riguarda i sintomi negativi. Il ruolo
della famiglia è cruciale.
La psicanalisi venne adattata alla realtà degli schizofrenici da
Sullivan e dalla Reichmann, divenendo valida per questo disturbo,
se di lieve entità. Per gli altri, rimane obbligatoria la
ospedalizzazione, intervenendo anche in famiglia, per contenere
il disagio . Il disturbo rimane tuttavia tale per tutta la vita.
DISTURBI DA DIPENDENZE
Diagnostichiamo
una "dipendenza da sostanze", se appuriamo la presenza
di almeno tre sintomi tra:
* Sviluppo di una forma di tolleranza;
* Sintomi di allontanamento;
* Un lungo periodo di utilizzo della sostanza;
* Perdite di tempo nella ricerca della sostanza o del denaro per
essa;
* Problemi psicologici o fisici legati all'uso.
Ci troviamo
invece di fronte ad un " abuso di sostanze" se:
* Fallimento degli obblighi quotidiani;
* Problemi legali;
* Esposizione a problemi fisici.
DISTURBI DELLA PERSONALITA'
Si tratta di modelli di personalità estremi e disadattativi stabili nel tempo. In realtà, questi disturbi si presentano lungo un continuum dove la norma è nel mezzo.
* PERSONALITA' PARANOICA: prevalente è il sospetto della gente; i soggetti in questione leggono messaggi nascosti dentro gli eventi.
* PERSONALITA' SCHIZOIDE: incapaci nelle relazioni sociali, non amano tali relazioni e non hanno amici; non hanno interesse nel sesso né in altre attività considerate piacevoli. Si rileva un'ansia sociale eccessiva e difficoltà nei rapporti interpersonali, oltre alla presenza di pensieri magici e illusioni; parlano in modo inusuale e ricercato. Possono essere considerate varianti meno gravi della schizofrenia.
*
PERSONALITA' BORDERLINE: difficile da classificare e
diagnosticare, mostra instabilità nelle relazioni, nel concetto
di sé, nell'umore: impulsivi, irritabili, senza un coerente
senso di sé, indugiano in atti autolesionisti o tentati suicidi.
Si riteneva fossero a metà tra psicosi e nevrosi.
* PERSONALITA' ISTRIONICA: persone decisamente teatrali negli atteggiamenti, sono centrate solo sul sé; vestono in modo provocante e si comportano nello stesso modo, sia per mascherare conflitti sottostanti, sia per il modello ricevuto in famiglia.
* PERSONALITA' NARCISISTICA: hanno una visione di sé e delle proprie capacità grandiosa ed unica; sono arroganti e incapaci di empatia, mascherando tuttavia un sé molto fragile, dovuto, secondo Kohut, psicanalista, alla mancanza di approvazione da parte dei genitori nell'infanzia.
* PERSONALITA' ANTISOCIALE: si riferisce a disordini di condotta prima dei 15 anni e comportamenti antisociali in età adulta; sono individui impulsivi ed irresponsabili, poveri nelle emozioni sia positive che negative. Primario il ruolo della famiglia nei primi anni di vita; inoltre si crede che, provando un'ansia minore, riescano con più disinvoltura a infrangere qualsiasi tipo di regola.
* PERSONALITA' EVITANTE: molto sensibili alle critiche altrui e timorosi della loro disapprovazione si sentono incompetenti ed inferiori agli altri.
* PERSONALITA' DIPENDENTE: si affidano ad un'altra persona per decisioni riguardanti la propria vita, incapaci di prendere posizioni autonomamente; per gli uomini è correlato con la depressione, per le donne con attacchi di panico.
* PERSONALITA' OSSESSIVO-COMPULSIVA: si tratta di individui perfezionisti, rigidi, legati a regole precise e a schemi; le loro relazioni sono povere perché formali, legati a rigorosi moralismi. Proviene forse da un rapporto con la madre iperpotettivo, o dall'assenza prematura di questa.
DISTURBI SESSUALI E DI IDENTITA' DI GENERE
-DISTURBI DI
APPARTENENZA DI GENERE:
il senso di appartenenza al genere maschile o femminile si forma
sin dall'infanzia (un'altra cosa è l'identità sessuale ossia la
preferenza per i maschi o le femmine). Generalmente, queste
persone soffrono di ansia e depressione e hanno differenti
livelli di ormoni, ma influenze genetiche o anormalità del
cervello sono da escludere. Giovanissimi maschi effemminati o
bimbe mascoline possono avere questo disturbo. Sebbene siano
possibili cause come l'assunzione di ormoni durante la
gravidanza, essenziali sono le cause ambientali, come il vestire
i piccoli in abbigliamenti tipici del sesso opposto e rinforzare
quei comportamenti, soprattutto se i genitori desideravano un
figlio dell'altro sesso. Sia da piccoli che in età adulta sono
più tollerate le femmine vestite e con comportamenti mascolini ,
che viceversa. Comunque gli aspetti relativi all'essere maschio o
femmina sono culturalmente relativi.
-PARAFILIA:
un gruppo di disordini in cui l'attrazione sessuale è rivolta
verso oggetti o situazioni inusuali, spesso con conseguenze
legali, tende a declinare dopo i 25 anni:
FETICISMO: implica l'attrazione sessuale verso un oggetto
inanimato; il soggetto poi ama collezionare tali oggetti perchè
ci prova un'involontaria e inarrestabile attrazione che comincia
nell'adolescenza. Spesso il soggetto è attratto dagli indumenti
intimi femminili.
TRAVESTITISMO: in questo caso il soggetto è attratto dall'idea
di vestirsi con abiti dell'altro sesso, magari in privato.
PEDOFILIA E INCESTO: il soggetto ottiene gratificazione sessuale
dal contatto anche fisico con bambini in età prepuberale; il
pedofilo può essere sia etero che omosessuale; spesso i soggetti
coinvolti si conoscono e spesso assistiamo a violenze.
L'incesto si riferisce a relazioni sessuali tra parenti stretti,tabù
in quasi tutte le culture , per evitare disordini genetici. Come
in tutti questi disturbi, di notevole importanza la differenza
tra fantasia e comportamento vero e proprio. Accade spesso nelle
famiglie patriarcali e rigide, e viene alla luce solo in alcuni
casi. I molestatori poi razionalizzano credendo che la violenza
sia il bene per la vittima.
VOYEURISMO: si ottiene gratificazione sessuale guardando altri in
intimità; importante il fattore rischio. I soggetti sono per lo
più maschi, giovani, single, timorosi di un rapporto vero.
ESIBIZIONISMO: è una ricorrente marcata preferenza, per ottenere
gratificazione sessuale, mostrandosi nudi ad estranei, spesso
nello stesso luogo più volte. È caratterizzato da senso di
irrealtà e palpitazioni sul momento, e rimorso poi.
SADO-MASOCHISMO: nel primo caso si vuole infliggere dolore ed
umiliazione al partner, nel secondo si vuole ricevere lo stesso
trattamento, sia in rapporti etero che omosessuali. Le
manifestazioni del masochismo possono essere le più varie.
-DISFUNZIONI
SESSUALI:
la diagnosi non è effettuata se il problema si riferisce
esclusivamente a disturbi medici.
DISTURBI DEL DESIDERIO SESSUALE: assenza di desiderio e fantasia,
o addirittura una più estrema riluttanza al contatto fisico con
altri in senso sessuale.Ricerchiamo le cause nella paura di
perdere il controllo, paura di una gravidanza indesiderata,
depressione, mancanza di attrazione tra partner, paura di
malattie, un passato traumatico. Il desiderio sessuale è
altresì in diminuzione quando lo stress è alto.
DISTURBI DELL'ECCITAZIONE SESSUALE: Frigità e impotenza. Oltre a
cause fisiche si aggiunge la paura della prestazione o
un'inadeguata conoscenza del proprio corpo.
DISTURBI DELL'ORGASMO: ossia la mancanza della fase dell'orgasmo
dopo una normale attività sessuale di eccitamento. Anche, per i
maschi, eiaculazione precoce.
DISTURBI DA DOLORE SESSUALE: quando è presente prima, durante o
dopo l'atto forte dolore,come ad esempio nel vaginismo.
Sono viste generalmente come il risultato di un degrado morale, a
volte di un'eccessiva masturbazione, ma tali convinzioni sono
erronee: in luce sono invece la paura della performance,
l'adozione di un ruolo da spettatore durante l'atto, un trauma
infantile, un uso eccessivo di alcol o farmaci, fattori
socioculturali.
DISTURBI DELL'INFANZIA
-DISTURBI DA COMPORTAMENTO INCONTROLLATO
DEFICIT DI
ATTENZIONE DA IPERATTIVITA': non si tratta di bambini vivaci, ma
proprio iperattivi, ossia costantemente in movimento, incapaci di
smettere, anche solo picchiettando le dita, parlando fuori turno,
ed inoltre essendo incapaci di concentrarsi su di un compito
anche piacevole. Inoltre spesso male interpretano le intenzioni
altrui, incorrendo in errori sociali con i pari.
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO: Proprio di quei bambini che violano
apertamente e deliberatamente le leggi, sono aggressivi e
violenti anche verso oggetti ed animali,sono vendicativi ed
offensivi Non bisogna confonderci con quei problemi legati alla
devianza adolescenziale che però non rispecchiano problemi
psicologici. Definiamo la diagnosi basandoci sull'impatto che
questi bambini hanno sugli altri e su sé stessi, come abuso di
sostanze e depressione. Si tratta di una condizione necessaria ma
non sufficiente per sviluppare in età adulta un comportamento
antisociale. I soggetti in questione sembrano incentrati molto su
sé stessi, carenti nello sviluppo morale, con problemi di
memoria. Forse un ruolo non indifferente è ricoperto dai modelli
che si prestano ad imitazione.
-INCAPACITA' DI APPRENDIMENTO: le origini di tali disturbi sono da ricercare in una possibile anormalità cerebrale, specie nella corteccia temporoparietale; gli stimoli visivi vengono percepiti in modo errato, invertito forse, e processati in modo molto lento
-DISTURBI DI APPRENDIMENTO:
DISLESSIA:
una significativa difficoltà nel riconoscere le parole; quando
leggono omettono o distorcono parole e pronuncia in modo
persistente;
ALTRI DISTURBI DI APPRENDIMENTO : difficoltà con i simboli
numerici, nel comporre parole scritte, nella comunicazione,
nell'esprimersi, o disturbi nel fluire delle parole con frequenti
ripetizioni, lunghe pause, sostituzione di parole difficili da
pronunciare,infine, disturbi nello sviluppo della coordinazione
motoria.
RITARDO MENTALE:
prima dei 18 anni si ha un deficit nelle funzioni intellettive e nei comportamenti adattativi. Da Binet in poi ci avvaliamo dei test di intelligenza e consideriamo problematici quei punteggi che si collocano sotto una, due o tre deviazioni standard dalla media. I test oggi cercano di tenere conto dei problemi fisici, sociali o culturali dei soggetti. I deficit nelle funzioni adattive riguardano le normali azioni quotidiane quali lavarsi, vestirsi,ecc.
LEGGERO (55-70 IQ);
MODERATO (35-55 IQ): problemi motori e frequenti danni cerebrali;
FORTE (20-40 IQ): limitato controllo sensomotorio, spesso letargia;
PROFONDO (sotto 20 IQ): richiedono totale supervisione anche per le azioni necessarie alla sopravvivenza.
Solitamente,
i soggetti ritardati sono carenti in queste dimensioni:
Comunicazione; abilità sociali; capacità di vestirsi, lavarsi,
ecc. ; capacità nel mandare avanti una casa come fare la spesa,
ecc. ; salute e sicurezza; nelle abilità cognitive come,
attenzione, memoria, velocità di elaborazione di informazioni.
Per molto tempo i soggetti ritardati erano rinchiusi e in un
certo momento storico pure sottoposti a sterilizzazione. Oggi
sono disponibili programmi che mirano a supplire alle carenze dei
soggetti e metterli in grado di accedere alle risorse comuni, in
grado di frequentare scuole normali e trovare un impiego in vista
di una vita normale. Si agisce in diversi ambiti nei campi
motori, cognitivi e sociali, nonché tecniche specifiche per
ridurre per esempio comportamenti autolesionisti.
AUTISMO:
Notiamo
sintomi simili a quelli negativi della schizofrenia. Gli
autistici sono in maggioranza maschi.
Solitamente questi soggetti hanno talenti in particolari campi,
spesso legati ad un'eccezionale memoria a lungo termine, oppure
riescono in taluni sport. In loro il fenomeno dell'attaccamento
è virtualmente assente; spendono il loro tempo per lo più in
giochi simbolici, non distinguono una persona da un'altra e sono
legati fortemente a taluni oggetti. Mostrano deficit nella
comunicazione, in particolare ecolalia o inversione dei nomi, o
neologismi, o uso letterale e contestualizzato delle parole. Sono
molto legati alle routine quotidiane e mettono in atto spesso
atti ossessivi stereotipati.
Molti, in età adulta, hanno una vita limitata da questo disturbo
e molti vengono ospedalizzati. Migliori le condizioni di coloro
che recuperano almeno entro il sesto anno di vita.
Forse determinanti sono le risposte dei genitori nei primi
momenti di vita dei piccoli che, se percepiscono di essere
ignorati e quindi di non avere effetto sull'ambiente, si
rinchiudono in sé stessi. Per gli psicanalisti essenziali sono
le prime interazioni linguistiche coi genitori. Spesso
introversi, freddi e meticolosi, distanti, talvolta
intellettuali.
DISTURBI DELL'INVECCHIAMENTO
Cambiamenti psicologici e fisici sono naturale conseguenze del passare dell'età, ma non per questo l'invecchiamento porta demenza o altro.
DEMENZA
SENILE: deterioramento delle attività intellettive che
riguardano le funzioni sociali, il soggetto si dimentica spesso
di lavarsi o di finire di vestirsi, perdono quasi il controllo
degli impulsi, presentano anche disturbi della comunicazione.
Morbo di Alzheimer: è una delle principali cause di demenza
senile.Il tessuto cerebrale viene danneggiato da placche e
ammassi neurofibrillari che avvolgono i neuroni , i quali
diventano anche atrofizzati o perduti. Anche taluni
neurotrasmettitori si deteriorano.
Si cerca di bloccare la formazione delle placche bloccando le
proteine che le alimentano. Oltre all'aiuto necessario verso
questi pazienti, molto sostegno deve essere dato a chi si prende
cura di loro perché sottoposto a forte stress: i soggetti non si
rendono conto dei loro limiti e si comportano in maniera anche
pericolosa.
DELIRIO: il
termina implica una deviazione dal normale stato di cose: si
notano alterazioni del sonno, attenzione e pensieri
disarticolati, oscillano da un emozione all'altra in un attimo. I
pazienti si sentono disorientati, perdendo il senso di spazio e
tempo, talvolta delle persone. Tuttavia questi sintomi subiscono
forti fluttuazioni durante il giorno.
Le cause possono essere rintracciate in problemi nutrizionali,
intossicazione da farmaci o droghe, infezioni, trauma
post-operazione. Si tratta di un disturbo reversibile se
diagnosticato correttamente e visto come tale anche dalla
famiglia che cosi può offrire il supporto necessario.
DEPRESSIONE: molto comune depressione unipolare, dovuta alla consapevolezza dei propri nuovi limiti nonché ad un bagaglio di esperienze anche traumatiche o stressanti maggiore di un giovane.
DISTURBI ANSIOSI
PARANOIA: con questi tipi di pensieri i soggetti colmano i vuoti di memoria o le frasi che non riescono a sentire o scene che non vedono più cosi bene. In effetti gli anziani sono più a rischio di subire maltrattamenti.
SCHIZOFRENIA
DISTURBI DA ABUSO DI SOSTANZE: Soprattutto alcol o farmaci, date le molte prescrizioni che spesso hanno.
IPOCONDRIA: non è molto diffusa, anche per un diffuso spirito di accettazione di molti dolori che si crede collegato inevitabilmente con l'avanzare dell'età.
DISTURBI DEL SONNO: cambiamenti nel ciclo del sonno, che diventa bifasico con frequenti risvegli notturni e un'assenza del più profondo stadio 4, è abbastanza normale. Molti i casi in cui i risvegli sono attribuiti a dolori, o di ruminazione sul fatto che si dorme poco,mentre in realtà è sufficiente. Pericolosi i casi di apnea che possono incorrere durante la notte per ca. 10 sec, più volte a notte.
SUICIDIO: poco diffuso, viene a queste età sempre portato a termine perché forse il frutto di una scelta precisa e non come richiesta disperata di aiuto.
(Elaborazione di appunti tratti dal sito http://www.psicappunti.it/)