Thich
Nhat Hanh
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Dai Discorsi di Thich Nhat Hanh Sorridere a voi stessi è un atto molto gentile nei vostri confronti, perchè state soffrendo e quando soffrite avete bisogno di amore. Voi siete la prima persona che può offrirvelo, non aspettate che sia un'altra a farlo. La pratica della meditazione è la pratica del guardare in profondità nella natura delle cose. E quando sarete in grado di guardare nella natura delle cose otterrete la comprensione, che può liberarvi dalla vostra sofferenza. Nel
buddhismo la liberazione avviene attraverso l'intuizione, non attraverso
la grazia, e quell'intuizione non sarà possibile senza la pratica
della meditazione e del guardare in profondità. Dovrebbe esserci sempre al vostro interno una specie di dialogo permanente con voi stessi, così che possiate scoprire qual è il sentiero da percorrere. E, quando conoscerete il vostro sentiero, smetterete di soffrire. Quando fate qualcosa per far sentire un altro sollevato, improvvisamente vi sentite molto felice. Se non avete la possibilità di fare qualcosa per dar sollievo a qualcun altro ma desiderate essere in grado di farlo, già quella voglia vi renderà più felice. Chi non ha l'energia dell'amore, chi non ha nessuna voglia di amare, è perso, molto solo e molto infelice. Quando
ero bambino, di tanto in tanto, avevo la febbre, soffrivo molto e il mio
corpo era molto caldo. Quando mia madre mi veniva vicino e mi metteva
la mano sulla fronte, mi sentivo meravigliosamente. Sentivo molto sollievo,
soffrivo molto meno. Una volta cresciuto ne ho sentito molto la mancanza. Affinchè
nel nostro corpo e nella nostra anima possa avvenire una guarigione, dovremmo
imparare a permettere sia al corpo sia alla coscienza di riposare. Nessuno
sforzo dovrebbe essere fatto nè dal corpo nè dalla coscienza.
Questo è shamatha, la pratica del fermare e calmare, ed
è qualcosa che va imparato. La pratica di shamatha, fermare,
è la pratica del non fare niente. Ognuno
di noi sente ogni tanto di essere vittima di ingiustizie. Siamo sempre
pronti a parlare con gli altri delle nostre sofferenze e di quante ingiustizie
abbiamo ricevuto. Ma secondo gli
insegnamenti del Buddha, potrete riparare a quell'ingiustizia soltanto
dentro di voi, potete solo trascenderla, trasformandola. Il Buddha ha detto che quando si viene colpiti da una freccia si soffre molto, ma se una seconda freccia vi colpisce esattamente nello stesso punto della prima, soffrirete non il doppio, ma forse trenta quaranta volte di più. Siamo
stati alberi, piante, erbe, minerali, scoiattoli, cervi, scimmie e animali
unicellulari, e tutte queste generazioni di antenati sono presenti in
ogni cellula del nostro corpo come in ogni cellula della nostra mente.
Noi siamo la continuazione di questa corrente di vita. E
se guardiamo più da vicino vediamo che anche tra noi e la nuvola
che fluttua nel cielo c'è un cordone ombelicale. Vedrete
che voi non siete i soli responsabili per quelle cose che in voi stessi
non vi piacciono. La vostra società e i vostri genitori ne sono
ugualmente responsabili. Vi hanno trasmesso questi semi perchè
non hanno avuto la possibilità di riconoscerli e di trasformarli.
Ora voi avete questa opportunità di riconoscerli e di imparare
dei modi per trasformarli. La
meditazione buddhista può addirittura aiutare a tornare alla vostra
tradizione e alle vostre radici spirituali, a far pace con essa e aiutarla
a rinnovarsi. Ci
sono persone che fanno cose cattive. Ci si sente meglio a essere arrabbiati
con loro, ma chi sono loro? Chi sei tu? Dunque,
al tempo del Buddha, ce n'erano tanti di filosofi e insegnanti spirituali
e molti di loro passavano il tempo a discutere e argomentare sulle quattro
proposte: "Essere", "non essere", "nè
essere, nè non essere", sia essere sia non-essere". Era
molto pericoloso incontrare un gruppo di filosofi, incontrarne uno era
già abbastanza pericoloso: il pericolo era di perdere tutto il
tempo. C'è differenza tra fiore e floreità. Il fiore può morire, ma la floreità no. Anche se un fiore è diventato immondizia, sappiamo che potremo avere un fiore di nuovo.Un fiore può morire, ma la floreità rimane, è qualcosa che c'è sempre. La floreità non è una cosa, è la natura di una cosa. Se
veniamo tagliati fuori dal rapporto con gli antenati ci ammaleremo, come
un albero senza radici. Cartesio
disse:"Penso dunque sono". Ma se qualcuno arrivasse e chiedesse:"Tu
sei, ma sei cosa?", si rimarrebbe imbarazzati.Questa è una
domanda molto difficile. Mettete da parte del tempo per voi stessi. State con la vostra presenza mentale, state con il vostro respiro, così ogni volta che la gioia si manifesta potrete dire: "Ah, questa è gioia". Ma sapete già che anche questa gioia è impermanente. Così non sarete troppo eccitati, perchè saprete che scomparirà presto. Ed è una cosa che dà forza poter sorridere alla vostra gioia e dire:"Cara gioia, io so che ci sei e che sei impermanente, e quando sparirai non sarò scombussolato. Tornerai di nuovo, lo so". E anche quando la tristezza si manifesterà direte:"Ciao, cara mia vecchia amica, il tuo nome è tristezza. Io so che anche tu sei impermanente. So che ogni tanto vuoi stare con me, va bene, ma so che svanirai e che ci rivedremo in futuro". Se saprete farlo, sarete forti, non sarete vittima della gioia e della tristezza. Nella
nostra mente, nascere vuol dire che da niente improvvisamente diventiamo
qualcosa. Questa nozione di nascita è una percezione sbagliata.Chiediamoci
se il foglio era stato già qualcosa prima di nascere. Guardando
profondamente nel foglio di carta possiamo vedere l'esistenza degli alberi
e delle foreste; possiamo vedere il sole, la pioggia, la terra e ogni
cosa, tutte in questo foglio di carta. Prima di nascere come foglio di
carta era già stato un albero, una nuvola e il sole splendente.
E quel momento che crediamo sia stato la nascita in realtà è
soltanto un momento di continuazione. Dovete servire il mondo con la vostra presenza, dovete offrire al mondo la vostra presenza autentica, essere in pace, essere solidi, essere compassionevoli, essere comprensivi. Queste qualità possono essere coltivate dalla vostra pratica quotidiana. E' importante essere aperti. Godetevi la trasformazione e la guarigione, ma non pensate di aver imparato abbastanza. Siate aperti, così imparerete di più, e quello che avete imparato non diventerà un ostacolo. Chiamate il vostro nome e sorridete al lui o alla lei che siete. E' molto importante. E' qualcuno che avete trascurato molto e che ha sofferto abbastanza. Ora ha bisogno della vostra attenzione, della vostra consapevolezza, del vostro abbraccio consapevole. Dovreste richiamare il vostro nome alla vostra mente con molto amore e compassione. Il compito più urgente per tutti è quello di ritornare alle radici spirituali della propria tradizione, cercando e ristabilendo i valori e le comprensioni profonde comuni. Quando un albero in giardino muore, ci si può scordare di tutti gli altri che sono ancora vivi, si può lasciare che la sofferenza ci domini e improvvisamente perdere tutto. Succede molto spesso che cerchiamo programmi televisivi, storie, conversazioni, o anche cibo, cerchiamo insomma qualcosa per coprire la nostra sofferenza. Ma la vera soluzione non è il divertimento. Dovremmo cercare un significato per la nostra vita, dovremmo essere in grado di sviluppare in noi l'amore, la comprensione e la compassione. Sono questi gli elementi che nutrono e guariscono le persone. Quello che ho imparato dall'insegnamento e dalla pratica è che l'amore è impossibile senza la comprensione. Ci vuole tempo per guardare e per poter comprendere. Il
vero amore contiene l'elemento della gentilezza amorevole, che è
la capacità di offrire felicità. Per rendere felice una
persona bisogna esserci. Si dovrebbe imparare a guardarla, a parlarle.
Rendere un'altra persona felice è un'arte che si impara.
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