Pirandello
Partenone
Leonardo
da Vinci
J.
Pollock - N. 27 (1950)
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Quando
Pirandello poneva l’ arte tra i tre generi supremi di valori, nelle
sue ultime rappresentazioni del teatro dei miti, aveva già attraversato
ed ispirato buona parte dell’esistenzialismo. Ed ora più che mai aveva
capito che, se l’esistenza non poteva essere sempre felice, poteva comunque
essere più che mai possibile nello slancio creativo verso il bello.
Almeno al bello mirava l’arte fino alla fine dell’ottocento.
Ma già Skakespeare quando diceva che “niente e bello
o brutto, (ed) è il pensiero che li definisce tali” aveva intuito se
non proprio che si sarebbe arrivati ad un arte dell’antigrazioso, ad
un’arte del brutto, ad un’arte del gratuito, che si sarebbero trovati
diversi parametri nuovi per parlare di un’ esperienza artistica.
Nel nostro secolo il concetto di arte è stato in continuo
fermento di cambiamenti, frutto di nuove importanti riflessioni sul
suo concetto e sulla sua funzione, in un secolo spesso drammatico come
il nostro lacerato dai conflitti di diverso genere .L’ antica definizione
di arte dai Greci in poi, indicava la capacità umana di creare oggetti
utili, la scultura la pittura e l’artigianato erano la medesima cosa,
inglobati nel medesimo concetto di arte, era il periodo del bello ideale,
o del bello assoluto, era un’arte fatta di stretti canoni e proporzioni.
Le arti che più di tutte sembravano basarsi su tali regole erano principalmente
l’ architettura e la scultura; la pittura era tra i Greci atta alla
semplice decorazione e all’ abbellimento.
I valori di giudizio delle arti non mutarono fino
all’ultimo 800, quando cioè cominciò a consolidarsi una scienza autonoma,
l’ estetica, che desse ad ogni arte uguale dignità, lungi dalle gerarchizzazioni
di generi e tecniche artistiche come era avvenuto sino ad allora. Basta
pensare che l’ arte fu per quasi 2000 anni ritenuta inferiore alla poesia,
ispirazione del divino. Così la pensava Platone, Aristotele e tanti
altri.La definizione di arte era definizione di arte in generale.
Ancora nel rinascimento molti grandi pittori del tempo lavoravano in
vere e proprie officine, dove oltre ad essere pittori si era anche scultori
architetti cesellatori, falegnami, Leonardo medesimo si formò alla bottega
del Verrocchio dove a quel tempo lavoravano anche Perugino e tanti altri
famosi artisti. Alla bottega del Verrocchio egli medesimo notevole pittore,
venivano commissionate opere di artigianato e di abbellimento, come
stendardi, sacre suppellettili, statue, effetti speciali e coreografie
per giostre.
Si può pensare ad una vera autonomia dell’arte solo
in tempi più recenti. Manet stesso che aveva fatto scandalo esponendo
a Parigi la sua Olimpià, in un periodo dominato dal realismo e dalla
fotografia, diceva di rifiutare la pittura sporca dei suoi fratelli
impressionisti. E pure l’arte plastica si trovava in quel periodo, ad
un punto di non ritorno, da cui poteva, adesso, vedere solo l’inizio;
in trenta quaranta anni l’arte stravolge tutti i suoi valori costituiti
e quelli della società che vive. Tra la fine dell’800 e i primi del
nuovo secolo si susseguono e si aggrovigliano decine e decine di correnti
artistiche,tutte sempre più stimolate all’espressione, attraverso colori
e forme, ma anche attraverso parole e gesti sempre più insoddisfatti
in una società pronta a digerire gli orrori di due devastanti guerre.
“ L’ arte è un gesto”, scriveva il dadaista Picabia
su una delle tante riviste politico-culturali che giravano a Parigi
nel primo novecento, nel suo essere solo un gesto l’ arte assume paradossalmente
la sua massima possibilità, slegata da problemi sociali, politici etc,
l’arte diventa maniera per manifestare e per dire e non dire, manifestare
tutto ma anche non volere dire nulla. Questa fase dell’arte moderna
è spesso stata descritta dai nostalgici come la morte dell’arte, ne
é invece la medesima logica quanto irrazionale evoluzione.Oggi esistono
infiniti artisti, non tutti saranno sommi per i posteri, ma ciò che
più conta è che non tutti creano per la necessità dell’immortalità,
anzi tale necessità è diventata quasi un inutile problema….
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